E sì, dai, prima o poi riparto, co’ ‘sto blog. Magari a singhiozzo, ma riparto, sebbene nutra delle perplessità sulla sua stessa natura. Ma ci ho lavorato troppo poco per mollarlo subito.
In attesa che le trasmissioni riprendano, vi segnalo un blog che linguisticamente, e non solo, è una vera chicca. Fateci un salto, che ne vale la pena. Magnifici gli scambi lessicali: caloroso per caldo, ardimentoso per ardente, grossolona per grossa, e così via. L’area dialettale, ovviamente, è quella laziale-romana. Non di Roma città, che il suo dialetto storico l’ha perso in nome di una versione un po’ “coatta” (io lo posso dire perché sono romana io stessa 😉 ) dell’italiano standard. Per fare solo un esempio, l’articolo usato da Oreste è sempre lo, non er. In questo meraviglioso monumento al dialetto, la lingua è al servizio di un mondo perduto: quello dell’onesto contadino e delle piccole gioie della vita.
Non mi interessa sapere chi sia veramente il geniale Oreste: per me è comunque un “contadino onestissimo che lavora la tera sua” aiutato nelle difficoltà quotidiane dal fedele compagno di vita, il maialino Puzzotto.
Buona lettura e… viva la campagna!