Il Babelfish

La Guida Galattica per Autostoppisti è il titolo del primo libro di una geniale ed esilarante “trilogia in cinque parti” di Douglas Adams. Dall’opera è stato tratto anche un film (locandina), piuttosto ben riuscito, ma che non eguaglia, a mio parere, l’irresistibile humour dell’autore. Il libro, a sua volta, nasce da una serie di fortunate trasmissioni radiofoniche di Adams sulla BBC.

Nella finzione romanzesca, la Guida Galattica è un’enciclopedia elettronica scritta a più mani (come l’idea alla base di Wikipedia) ed in cui si può trovare tutto ciò che c’è bisogno di sapere nel caso si facesse autostop per l’universo. Basta aprirla e pronunciare il nome dell’argomento su cui si ricercano informazioni. Sulla copertina della guida c’è scritto “Don’t panic!”

ll protagonista del libro, Arthur Dent – un uomo la cui disgrazia di aver avuto la casa abbattuta dalle ruspe per far posto ad una tangenziale è nulla in confronto al fatto che un minuto dopo è stata la Terra stessa a subire la stessa sorte per far spazio ad un’autostrada intergalattica – si trova momentaneamente a bordo di una nave Vogon (creature che non vi piacerebbero) come clandestino con l’amico Ford Prefect, che Arthur ha appena scoperto essere originario di Beetlejeuse e uno degli autori della Guida, in trasferta sulla Terra per scriverne la relativa pagina. Arthur ode suoni incomprensibili, e si ritrova qualcosa di viscido nell’orecchio.

– Ford? – disse.

– Sì?

– Cosa ci fa quel pesce nel mio orecchio?

– Fa l’interprete. E’ un pesce Babele. Se vuoi, puoi consultare il libro.

[…]

– Il pesce Babele – disse con la sua voce pacata la Guida Galattica – è piccolo, giallo, simile ad una sanguisuga, ed è probabilmente la cosa più strana dell’universo. Si nutre dell’energia delle onde cerebrali, ma non delle onde cerebrali della persona nella quale si trova, bensì di quelle delle persone che si trova intorno. Assorbe tutte le frequenze mentali inconsce di tale energia, e si alimenta così. Quindi il pesce Babele, defecando nella mente della persona che lo ospita, espelle una matrice telepatica formata dalla combinazione delle frequenze del pensiero conscio e dei segnali nervosi raccolti dai centri del linguaggio del cervello che le ha fornite. Il risultato pratico di tutto questo è che se vi ficcate un pesce Babele in un orecchio, immediatamente capirete qualsiasi cosa vi si dica in qualsivoglia lingua. La struttura del linguaggio che ascoltate viene decifrata attraverso la matrice dell’onda cerebrale che è stata immessa nella vostra mente dal pesce Babele.

“Ora, è così bizzarramente improbabile che una cosa straordinariamente utile come il pesce Babele si sia evoluta per puro caso, che alcuni pensatori sono arrivati a vedere in ciò la prova finale e lampante della non-esistenza di Dio.

“Le loro argomentazioni seguono pressappoco questo schema: ‘Mi rifiuto di dimostrare che esisto’ dice Dio ‘perché la dimostrazione è una negazione della fede, e senza la fede io non sono niente’.

“‘Ma’ dice l’Uomo ‘il pesce Babele è una chiara dimostrazione della Tua esistenza, no? Non avrebbe mai potuto evolversi per puro caso. Esso dimostra che Tu esisti, e dunque, grazie a questa dimostrazione, Tu, per via di quanto Tu stesso asserisci a proposito delle dimostrazioni, non esisti. Q.E.D., Quod Erat Demonstrandum.’

“‘Povero me!’ dice Dio. ‘Non ci avevo pensato!’ e sparisce immediatamente in una nuvoletta di logica.

“‘Oh, com’è stato facile!’ dice l’Uomo, e , per fare il bis, passa a dimostrare che il nero è bianco, per poi finire ucciso sul primo attraversamento pedonale che successivamente incontra.

“La maggior parte dei teologi più stimati afferma che tali argometni sono questioni di lana caprina, ma questo non ha impedito a Oolon Colluphid di farsi una piccola fortuna usandole come leitmotiv del suo best seller, Cucù! Be’, dov’è andato a finire Dio?

“Nel frattempo il povero pesce Babele, avendo eliminato le barriere che impedivano alle varie razze e civiltà di comunicare tra loro, ha provocato più guerre sanguinose di qualsiasi altra cosa nella storia della creazione.”

(fonte immagine: http://innovariblog.splinder.com/… andate a fargli visita che è davvero un blog interessante)

n.b.

Yahoo ha creato un’applicazione dal nome Babelfish, ovviamente un traduttore istantaneo: fa talmente schifo che provarla deve essere un sollievo per tutti gli individui di fede… ad anche per alcuni linguisti che temono di restare disoccupati (oops, lo sono già!) e che per di più piuttosto che farsi cacare nell’orecchio da un pesce, per poliglotta che sia, preferiscono studiarsi le lingue. Che sono pure divertenti…  🙂